La voce degli alberi
Chi sono
"Un lupo tra gli umani"
Sono nato, voluto per metà, a Torino il 7 Maggio 1977 e ho imparato a volermi intero nel corso del tempo, scoprendo la meraviglia e l’orrore della vita in almeno 3 continenti diversi. Non voglio propinarvi un’inutile biografia, ma raccontarvi cosa amo e cosa odio. E quello che ho scelto di fare.
Amo la natura e gli animali. Tutto ciò che è passione, fuoco, tenerezza, anima. Non credo in nessun “Dio”, eppure sono sicuro che qualcosa anima il mondo e l’universo. Amo le anime inquiete, perché mi assomigliano. Amo scrivere, fare radio, ma senza l’ossessione dei numeri, degli ascolti, delle copie vendute. Amo “pochi, ma buoni”. Amo ciò che mi fa sorridere e tutto ciò che riesce ad emozionarmi. Amo la pace, senza riuscire mai a tirarmi indietro se c’è da fare una guerra in cui credo. Amo leggere. Ascoltare ciò che suscita il mio interesse. Amo esplorare, viaggiare, scoprire e una vita che abbia il profumo dell’avventura. Amo la vita, anche se la capisco poco.
Odio l’ipocrisia e la maschera che le persone mettono addosso e con cui mascherano infelicità profonde. Odio l’arroganza di chi ha un qualsiasi potere sul prossimo. Odio chi mi vuole cambiare o costringere a fare qualcosa in cui non credo. Odio le prediche, semplicemente perché nessuno è nelle condizioni per farne agli altri. Odio la finzione che non sia letteraria, artistica o cinematografica. Odio la pizza con l’ananas e tutto ciò che mi vuole convincere dell’assoluto valore del progresso. Odio i cambiamenti improvvisi delle persone e l’instabilità di certe anime, spesso mascherata da “consapevolezza di sé. Odio il compromesso che nasconde la svendita delle anime. Odio stare fermo, senza un sogno, un progetto, un’idea da realizzare.
Sono un’anima libera, anche quando mi impegno in qualcosa. Dono ogni cosa che ho dentro, fino a quando non mi spengono la luce dell’entusiasmo.
Sono un lupo tra gli umani. Uno spirito indiano in un corpo nordico. So stare nel fango e nella meraviglia. Mi sporco di entrambe.
La voce degli alberi
Scrivere...
Ho iniziato a scrivere da adolescente e non ho mai più smesso.
Potrei descrivervi per filo e per segno i motivi, i sommovimenti interiori, le spinte emotive che mi hanno spinto a prendere carta e penna (a suo tempo ancora si usavano!) e poi un computer, riempiendo pagine dopo pagine di storie, emozioni, pensieri, racconti.
La verità è che scrivere mi piace. Tantissimo. Mi piace condividere il mondo che ho dentro, nella speranza che qualcuno tra i lettori, trovi qualcosa di “suo” che è nato come “mio”. Mi piace il potere ribelle di esprimersi senza filtri, senza troppe regole (se non quelle grammaticali e di sintassi). Mi piace il sapore che ha la discussione intorno ad una riflessione gettata sulla carta, il colore dei pensieri che si scambiano dopo aver letto una storia. Mi piace immaginare qualcosa, dargli forma, sostanza e poi vedere che effetto fa immergere la parte più segreta della mia anima nella vostra.
E’ nato così anche il mio primo libro “La voce degli alberi”. Ho deciso di imprigionare una passione, curata e coccolata per anni, in un manoscritto e sto già lavorando ad altri progetti. Sicuramente un romanzo, un’altra raccolta di pensieri e probabilmente scriverò qualcosa sulla “prospettiva del male”. Sono tutte cose diverse e senza molti punti di contatto tra loro, tranne un paio: libertà e intensità. In fondo non scrivo per vendere milioni di copie o per diventare uno di quegli scrittori da “salotto buono”, ma lo faccio per me e per chi, come me, ha voglia di andare molto oltre la superficie delle cose.
Sono terribilmente ambizioso. Cerco anime affini che riescano a trovare nelle mie parole un mondo condiviso e con cui confrontarmi per dare voce a tutto ciò che, di solito, voce non ha.
Buon viaggio!
Il libro
Un romanzo, una raccolta di poesie, una biografia, un saggio, sono generi molto diversi tra loro, ma sono legati, a mio avviso, da un filo conduttore (spessissimo molto, ma molto aggrovigliato): la “Passione”.
Questa raccolta di pensieri non fa eccezione.
Istinto. Folgorazione. Lampo creativo.
Un’esplosione di idee, sensazioni, immagini, argomenti, storie, che incontrano logica e ragione, solo quando stanno per smarrirsi durante il cammino tra righe, parole, sintassi, regole.
Un libro un po’ folle, attraversato da schegge impazzite di creatività, che non si sono adattate a restare imprigionate nel limbo tra mente e cuore. Improvvisamente hanno deciso di organizzare la rivolta ed evadere. In questo caso, hanno scelto come via di fuga le pagine, utilizzando la ragione come mappa per trovare la strada migliore. “La voce degli alberi” è il racconto della loro fuga.
Ogni riga, parola, pensiero, hanno preso vita come una scintilla dal fuoco che mi brucia dentro.
Numerosi piccoli punti luminosi davanti ai miei occhi che, nel corso del tempo, hanno trovato le chiavi della cella. Ogni pensiero che troverete ha una “mamma” diversa un papà spesso assente ed una famiglia molto allargata.
Qualcuno è nato mentre mi trovavo in auto a fissare l’orizzonte o stavo guidando su strade affamate di velocità e chilometri.
Qualcun altro ha fatto il “primo ruttino” tra un bicchiere di whiskey bevuto da solo o in una sera in compagnia, di cui ricordo poco. Luoghi non adatti a tutti, ma assolutamente perfetti per le emozioni ed i “pensieri selvatici”.
Qualcun altro è venuto al mondo durante uno dei miei momenti di solitudine di fronte al mare o tra le colline, osservando un bimbo giocare o un anziano che aveva tutta l’aria di ripensare alla sua vita, seduto su una panchina con vista sull’infinito.
Altri hanno preso forma viaggiando in qualche luogo remoto o mentre ero incantato, a guardare la donna che amo dormire.
Infine, diversi di questi pensieri sono nati già maturi, nei momenti di rabbia, dove sputi veleno su chi ti ha fatto del male.
Ho raccolto i monologhi, scritti, creati o improvvisati per la Web Radio “Jolly Joker”. Ho “richiamato” momenti di dolcezza e tenerezza, dopo la passione.
“La voce degli alberi” è una “raccolta di scintille” che hanno preferito restare ribelli e sparse, anche dopo la loro fuga sulla carta, senza diventare un romanzo.
È il modo che ho trovato per capire se, in questo mondo che ci allontana tutti sempre di più, ci si può ritrovare a condividere qualcosa di intenso, come buoni amici, intorno al fuoco delle idee.
Ridendo o piangendo, furiosi o calmi, emozionati o distaccati.
Restare seduti in cerchio ad osservare questi incandescenti puntini luminosi che salgono verso l’alto, ondeggiando nell’aria.
Parlarne insieme.
Voltarsi verso chi è accanto e ritrovarsi. Riscoprire qualcosa che accomuna tutti.
Mi piace chiamarle scintille, ma voi potete chiamarle tranquillamente emozioni.
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