Il libro
Un romanzo, una raccolta di poesie, una biografia, un saggio, sono generi molto diversi tra loro, ma sono legati, a mio avviso, da un filo conduttore (spessissimo molto, ma molto aggrovigliato): la “Passione”.
Questa raccolta di pensieri non fa eccezione.
Istinto. Folgorazione. Lampo creativo.
Un’esplosione di idee, sensazioni, immagini, argomenti, storie, che incontrano logica e ragione, solo quando stanno per smarrirsi durante il cammino tra righe, parole, sintassi, regole.
Un libro un po’ folle, attraversato da schegge impazzite di creatività, che non si sono adattate a restare imprigionate nel limbo tra mente e cuore. Improvvisamente hanno deciso di organizzare la rivolta ed evadere. In questo caso, hanno scelto come via di fuga le pagine, utilizzando la ragione come mappa per trovare la strada migliore. “La voce degli alberi” è il racconto della loro fuga.
Ogni riga, parola, pensiero, hanno preso vita come una scintilla dal fuoco che mi brucia dentro.
Numerosi piccoli punti luminosi davanti ai miei occhi che, nel corso del tempo, hanno trovato le chiavi della cella. Ogni pensiero che troverete ha una “mamma” diversa un papà spesso assente ed una famiglia molto allargata.
Qualcuno è nato mentre mi trovavo in auto a fissare l’orizzonte o stavo guidando su strade affamate di velocità e chilometri.
Qualcun altro ha fatto il “primo ruttino” tra un bicchiere di whiskey bevuto da solo o in una sera in compagnia, di cui ricordo poco. Luoghi non adatti a tutti, ma assolutamente perfetti per le emozioni ed i “pensieri selvatici”.
Qualcun altro è venuto al mondo durante uno dei miei momenti di solitudine di fronte al mare o tra le colline, osservando un bimbo giocare o un anziano che aveva tutta l’aria di ripensare alla sua vita, seduto su una panchina con vista sull’infinito.
Altri hanno preso forma viaggiando in qualche luogo remoto o mentre ero incantato, a guardare la donna che amo dormire.
Infine, diversi di questi pensieri sono nati già maturi, nei momenti di rabbia, dove sputi veleno su chi ti ha fatto del male.
Ho raccolto i monologhi, scritti, creati o improvvisati per la Web Radio “Jolly Joker”. Ho “richiamato” momenti di dolcezza e tenerezza, dopo la passione.
“La voce degli alberi” è una “raccolta di scintille” che hanno preferito restare ribelli e sparse, anche dopo la loro fuga sulla carta, senza diventare un romanzo.
È il modo che ho trovato per capire se, in questo mondo che ci allontana tutti sempre di più, ci si può ritrovare a condividere qualcosa di intenso, come buoni amici, intorno al fuoco delle idee.
Ridendo o piangendo, furiosi o calmi, emozionati o distaccati.
Restare seduti in cerchio ad osservare questi incandescenti puntini luminosi che salgono verso l’alto, ondeggiando nell’aria.
Parlarne insieme.
Voltarsi verso chi è accanto e ritrovarsi. Riscoprire qualcosa che accomuna tutti.
Mi piace chiamarle scintille, ma voi potete chiamarle tranquillamente emozioni.